
Il check-up per la donna a 40 annidurata lettura di 3 min
Prevenzione e diagnosi precoce sono argomenti ormai noti e ne conosciamo bene l’importanza. Ma quali sono gli esami e le visite che fanno parte del check-up ideale per una donna a 40 anni? Ogni quanto dovremmo sottoporci ad approfondimenti diagnostici?
Gli obiettivi principali del check-up sono due: prevenire, quindi scoprire precocemente l’insorgenza di eventuali patologie, e monitorare l’andamento di eventuali problemi esistenti e già noti. Questo fa sì che non esista un unico elenco di esami e visite valido per tutte: deve essere personalizzato e valutato da un medico in base a fattori di rischio individuali, eventuale presenza di sintomi o di predisposizioni genetiche.
Perché un check-up a 40 anni?
I 40 anni sono un’età particolare. Gli ormoni iniziano a cambiare e, se per la menopausa è generalmente ancora presto, si possono individuare alcuni segnali di cambiamento e correggere la rotta prima che sia tardi. Ecco quindi che accanto ad esami generici, adatti a uomini e donne, inizieranno alcuni screening di routine tipicamente femminili.
Possono essere eseguiti in ospedali e strutture convenzionate, in parte anche nelle farmacie.
Quali esami nel check-up?
Come già detto, non esiste un elenco di esami ideali in assoluto e dovremo consultare un medico che valuterà caso per caso. Ce ne sono però di più frequentemente utili. Vediamoli nel dettaglio:
- Check-up completo del sangue e delle urine: possiamo trarne informazioni importanti sullo stato di salute generale, in particolare di arterie, fegato e reni. Se i valori sono regolari e se non insorgono sintomi, andranno ripetuti all’incirca ogni due anni;
- Misurazione della pressione: anche chi ha sempre “sofferto” di pressione bassa può iniziare a cambiare a questa età. È bene quindi misurare la pressione almeno ogni 3/4 mesi per renderci conto di un’eventuale cambiamento di tendenza;
- Ecodoppler: potrebbe essere prescritto dal medico in caso di presenza di fattori di rischio (fumo, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia…);
- Elettrocardiogramma: se siamo sportive, ne facciamo periodicamente uno per ottenere il certificato di idoneità sportiva. In caso contrario, è consigliabile almeno uno, una tantum;
- Visita oculistica: è questa l’età in cui iniziamo ad allungare il braccio quando dobbiamo leggere, ma è anche il periodo in cui potrebbero cominciare a presentarsi altre patologie oculari. È dunque consigliata una visita di controllo ogni 2-3 anni almeno;
- Visita odontoiatrica: mettiamo da parte la paura che tutti hanno del dentista. Come per tutto il resto, meglio scoprire subito eventuali problemi e risolverli quando sono appena accennati. Un controllo all’anno e ablazione del tartaro (detartrasi) ogni 6-12 mesi;
- Ecografia addominale: potrebbe essere una buona idea, almeno una volta, controllare lo stato di salute di reni, surreni, fegato, vie biliari, pancreas, milza, linfonodi e grandi vasi sanguigni, per scongiurare cisti, noduli, calcoli, aneurismi e neoplasie;
- Check-up tumorale: controllo dei nei e del colon-retto per tutti, collo dell’utero (pap-test/HPV test) e seno (mammografia, ecografia) per le donne. Ricordiamoci sempre che l’autopalpazione del seno è un ottimo auto-controllo, che integra i metodi diagnostici medici. Va effettuata almeno ogni tre mesi e possibilmente una settimana dopo il ciclo, quando il tessuto è meno denso;
- Visita ginecologica: siamo probabilmente già abituate a considerarlo un controllo di routine, ma in questa fase potrebbe essere utile per valutare segni di pre-menopausa o menopausa precoce e valutare eventuali terapie ormonali sostitutive.
Il consiglio in più
Non dimentichiamoci che la prima prevenzione si mette in atto con uno stile di vita sano e non sedentario. Alimentazione e movimento sono le prime cure che possiamo darci per ridurre tutti i fattori di rischio. In questo modo affronteremo il check-up con animo più leggero.
Dal punto di vista psicologico, molte di noi temporeggiano quando si tratta di prenotare visite ed esami, perché l’attesa dei risultati comporta un certo stress. Il pensiero irrazionale che ci viene è spesso: “E se poi scopro qualcosa?”. Proprio qui sta il punto: se scopro qualcosa, l’avrò scoperta molto probabilmente in tempo per curarmi al meglio. Non è il caso dunque di eccedere con le indagini diagnostiche, ma nemmeno di mettere la testa sotto la sabbia.
Proviamo dunque a pensare alle analisi di routine come un’attenzione in più che dedichiamo a noi stesse. Se stiamo bene, sarà confortante saperlo. In caso contrario, potremo agire per guarire.