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Svezzamento: un momento importante

Svezzamento: un momento importantedurata lettura di 3 min

Con lo svezzamento il vostro bimbo passa gradualmente dal latte materno a cibi diversi. E’ un passaggio fondamentale, legato all’aumento del fabbisogno energetico, ma non significa che il bambino debba smettere di essere allattato: l’allattamento può proseguire anche fino al secondo anno perché il latte materno non è solo un nutrimento sano ed equilibrato, ma è anche parte del legame affettivo tra mamma e figlio e contribuisce dunque a un corretto sviluppo emotivo.

Lo svezzamento inizia intorno ai sei mese di vita: l’OMS sconsiglia di iniziare prima, poiché l’apparato digerente non è ancora pronto; sconsiglia anche di non attendere troppo oltre il sesto mese per evitare carenze nutrizionali; un’adeguata valutazione della crescita e dello sviluppo da parte del tuo pediatra di fiducia potrà aiutarti a scegliere il momento migliore.

SVEZZAMENTO: QUALI REGOLE?

In linea generale il lattante a sei mesi è pronto a ricevere alimenti solidi, ma non esiste una regola predefinita: la modalità di svezzamento sarà il risultato di una miscela di tradizioni culturali e di famiglia, insieme ai consigli del medico.

Il Ministero della Salute non prescrive più di evitare l’introduzione precoce di alimenti considerati allergenici (ad esempio cereali che contengono glutine o particolari tipi di frutta e verdura): gli studi più recenti, infatti, dimostrano che l’introduzione tardiva degli alimenti allergizzanti non riduce il rischio di sviluppare allergie o celiachia. L’unico accorgimento utile, in questo senso, riguarda la gradualità: i pediatri consigliano di inserire nel menu un alimento nuovo per volta e di aspettare poi almeno tre o quattro giorni prima di passare al successivo. In questo modo potrai notare più facilmente se il tuo bambino mostra segni di sensibilizzazione o allergie.

Con i primi cibi solidi, il bambino deve bere acqua. Tutte le bevande zuccherine devono invece essere evitate, come anche il latte vaccino, che può causare squilibri proteici e carenze di ferro.

Se abbiamo bisogno di fargli bere del latte, preferiamo i cosiddetti latti di crescita, che sono formulati in una composizione nutrizionale più idonea alle esigenze del bambino. Anche formaggini e yogurt possono essere un aiuto per assicurare un adeguato apporto di calcio, grande amico delle ossa, all’organismo in crescita.

Quando compie un anno, finalmente il tuo bambino può mangiare come il resto della famiglia, senza sale e zucchero aggiunti e in consistenze facili da ingerire.

Ognuno ha comunque caratteristiche ed esigenze nutrizionali specifiche, che solo il pediatra può valutare.

COSTRUIRE IL RAPPORTO CON IL CIBO

Nel suo nuovo rapporto con il cibo, l’aspetto nutrizionale non è l’unico da tenere in considerazione. Attraverso la pappa, infatti, si apre un mondo di conoscenza, gioco, sensazioni e movimenti nuovi:

– La pappa va mangiata con il cucchiaino, inizialmente imboccato dalla mamma, poi provando anche da solo

– Cerchiamo di non impedirgli di toccare il cibo anche con le mani e di sperimentare da solo

– Se non gradisce un alimento in particolare, non bisogna insistere; nei giorni successivi si può ritentare, magari con una diversa preparazione. Possono servire diversi tentativi, anche lasciando passare del tempo, perché i gusti cambiano e maturano;

– È molto importante la posizione: seduto con la schiena dritta, per evitare il pericolo del soffocamento.

– Procediamo con una certa gradualità: deve avere il tempo di scoprire i nuovi sapori ed abituarsi alla masticazione.

La parola d’ordine è serenità: lo svezzamento è un processo naturale, che non vuole genitori ansiosi. Mangiare dev’essere un’attività piacevole e giocosa, non una forzatura o un campo di battaglia. Dovete avere pazienza, sperimentare e, perché no, anche accettare di sporcare un po’ vestiti e cucina!

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